Debiti? Un problema da superare insieme
La figura del debitore è spesso circondata da un alone di negatività, al punto che, in alcune culture, debito, colpa e peccato sono quasi sinonimi.
La realtà, però, è più complessa e che non mancano i casi in cui l’incapacità di pagare i propri debiti non deriva da comportamenti “allegri”, ma piuttosto da problemi oggettivi.
Non è raro, per esempio, che una famiglia, dopo aver contratto un mutuo per comprare o ristrutturare la casa, e magari un finanziamento per ragioni di salute o per acquisti importanti, si trovi ad affrontare la perdita del posto di lavoro da parte di uno dei suoi componenti, con la conseguenza che un debito sostenibile e contratto con coscienza, diventa di colpo un macigno impossibile da sopportare. Casi simili, con la crisi economica globale, si sono moltiplicati, tanto da trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale, anche perché, a volte, le società finanziarie offrono denaro anche a chi non può restituirlo, così creando un guaio a sé stesse ma anche ai loro clienti.
Per questo è nata la legge 3/2012, non a caso chiamata anche legge anti-suicidi, che ha definito delle nuove procedure destinate ad aiutare i debitori in difficoltà a venir fuori dalla spirale dei debiti. Una legge che, dopo alcuni anni di “rodaggio”, segnati anche da alcune modifiche in corso d’opera, sembra oggi pronta a esprimere tutte le sue potenzialità.
La normativa prevede due diverse procedure, una riservata ai consumatori (piano del consumatore) e l’altra ai professionisti e alle imprese non soggette a fallimento (accordo del debitore).
In entrambi i casi, scopo delle procedure non è quello di far sparire i debiti nel nulla, ma di fermare le procedure esecutive e gli interessi, consentendo al debitore di soddisfare i creditori in maniera ordinata.
Si evita così che l’esistenza del debitore sia stritolata da un meccanismo di accumulo di interessi e svendite di beni derivanti da procedure giudiziarie inefficaci o dall’esigenza di pagare immediatamente.
Inoltre, le procedure di cui alla legge n. 3 contemplano anche la possibilità di soddisfare i debitori solo parzialmente (per esempio, pagando i debiti contratti nella misura dell’80% o del 60%), laddove le risorse di chi è tenuto al pagamento non consentano di garantire ai creditori un risultato migliore.
Tutte le procedure di cui si è detto sono condotte sotto il controllo del Tribunale ove si trova la residenza o la sede legale del debitore, e con il contributo di un organismo pubblico che opera con funzioni di ausiliario del Giudice.
Al Tribunale e agli organismi si accede dopo aver valutato la situazione specifica con il proprio legale di fiducia e, preferibilmente, anche con il proprio consulente fiscale.
La legge 3/2012, infatti, non contiene le soluzioni per ogni problema, ma valutarne le potenzialità è un’occasione importante per affrontare e risolvere casi che prima sembravano quasi senza speranza.
Invece, la speranza può vincere sulla paura, e non c’è niente di meglio che scoprirlo insieme.
Avv. Giuseppe Auletta
Nell’immagine moneta bizantina del X secolo (nomisma), raffigurante Gesù Cristo «Re dei re» su un verso e i due imperatori Niceforo II Foca e Basilio II sull’altro. Per secoli il nomisma fu la moneta degli scambi internazionali nel mondo mediterraneo.